Giuro che sto piangendo da quanto sono felice.
Non mi servono le cose enormi, le dimostrazioni d'affetto plateali, non mi servono.
Sono solo i piccoli gesti.
Le piccole cose che le persone fanno, per te.
Non lo fanno perché devono, lo fanno perché sei tu.
Non so neanche come spiegarlo, perché è fin troppo semplice raccontare la tristezza e la solitudine, ma quando è la felicità a dover essere spiegata, perdi tutte le parole, forse perché non ci sono parole.
Non ce ne sono e basta, esistono solo i sentimenti belli, le emozioni pure, e le lacrime che scendono perché qualcuno ti ha pensata, qualcuno che magari non t'aspettavi.
Che bello. Bellissimo.
Hey-hey-hey you and me keep on staring at the road,
Like we don't know where to go, step back, let me take controooooool!!!! :DDD
LIGHT IT UP TONIGHT!
martedì 31 maggio 2011
venerdì 27 maggio 2011
Estero.
Piove, A.
Il cielo mi allaga di lacrime.
Brucianti.
Acide.
Scottano come una piastra calda.
200° gradi di irruenza.
200° di stanchezza.
Il cielo mi allaga di lacrime.
Brucianti.
Acide.
Scottano come una piastra calda.
200° gradi di irruenza.
200° di stanchezza.
domenica 22 maggio 2011
He tastes like you. Only, sweeter.
He tastes like you. Only, sweeter.
Mi piacerebbe poter trovare qualcuno a cui dedicarla.
E' sempre nuvoloso.
Ci vorrebbe il vento.
Mi piacerebbe poter trovare qualcuno a cui dedicarla.
E' sempre nuvoloso.
Ci vorrebbe il vento.
lunedì 9 maggio 2011
Lie's a sin.
Presentarsi è troppo semplice, e di natura non amo le cose semplici.
Presentarsi è una tendenza troppo umana, troppo volubile, troppo schematica e restrittiva.
Come potrei presentarmi se non so neanche io chi sono... o cosa sono?
Non saremo mai in grado di conoscere qualcuno a fondo, poiché quello stesso qualcuno un giorno potrebbe voltarsi, inglobarti nel suo sguardo e morderti fino a farti morire, lentamente, dolorosamente.
Mi piace studiare le reazioni delle persone di fronte a ostacoli più o meno differenti, mi piace pensare che io non avrei agito in quel modo fino a quando mi capita la stessa situazione, e come una stupida bambina che ha appena iniziato a strascicare qualche insensata parole, agisco per mimesi, copio chi prima di me l'ha affrontato.
Ed è così che mi ritrovo in pensieri senza un inizio né tantomeno una fine, viaggio silenziosa nel circolo vizioso dei se, dei ma, mi estraneo e mi studio e tengo sempre presente che nonostante tutti i perché che mi pongo, non sarebbe opportuno domandarsi perché di ogni cosa, di ogni avvenimento, di ogni situazione.
Non è importante saperne il motivo, che tanto non t'aiuta a risolverlo.
Non se ne va come lo smalto a contatto con l'acetone.
Come l'inchiostro dalla pelle chiara se strofinato con abbondante alcool.
Tutto ciò che pensiamo di aver lasciato andare in realtà ancora esiste e persiste in noi, ci sta attaccato come le sanguisughe, e l'unica risposta al perché che sorgerebbe spontaneo è che siamo ricoperti di sostanza incollante impossibile da distruggere, impossibile da lavare via.
Un costume di scena cucitoci addosso troppo stretto alla vita e troppo largo alla base.
Non puoi toglierlo, come ai manichini nei negozi.
Reagire male alla realtà è un mio triste hobby.
Cosa farai, ora?
Mi siedo sul davanzale della finestra, guardo il mondo, le montagne, i riflessi, la stella polare.
1200 km. Solo 1200 km.
E tu tornerai dall'estero.
Presentarsi è una tendenza troppo umana, troppo volubile, troppo schematica e restrittiva.
Come potrei presentarmi se non so neanche io chi sono... o cosa sono?
Non saremo mai in grado di conoscere qualcuno a fondo, poiché quello stesso qualcuno un giorno potrebbe voltarsi, inglobarti nel suo sguardo e morderti fino a farti morire, lentamente, dolorosamente.
Mi piace studiare le reazioni delle persone di fronte a ostacoli più o meno differenti, mi piace pensare che io non avrei agito in quel modo fino a quando mi capita la stessa situazione, e come una stupida bambina che ha appena iniziato a strascicare qualche insensata parole, agisco per mimesi, copio chi prima di me l'ha affrontato.
Ed è così che mi ritrovo in pensieri senza un inizio né tantomeno una fine, viaggio silenziosa nel circolo vizioso dei se, dei ma, mi estraneo e mi studio e tengo sempre presente che nonostante tutti i perché che mi pongo, non sarebbe opportuno domandarsi perché di ogni cosa, di ogni avvenimento, di ogni situazione.
Non è importante saperne il motivo, che tanto non t'aiuta a risolverlo.
Non se ne va come lo smalto a contatto con l'acetone.
Come l'inchiostro dalla pelle chiara se strofinato con abbondante alcool.
Tutto ciò che pensiamo di aver lasciato andare in realtà ancora esiste e persiste in noi, ci sta attaccato come le sanguisughe, e l'unica risposta al perché che sorgerebbe spontaneo è che siamo ricoperti di sostanza incollante impossibile da distruggere, impossibile da lavare via.
Un costume di scena cucitoci addosso troppo stretto alla vita e troppo largo alla base.
Non puoi toglierlo, come ai manichini nei negozi.
Reagire male alla realtà è un mio triste hobby.
Cosa farai, ora?
Mi siedo sul davanzale della finestra, guardo il mondo, le montagne, i riflessi, la stella polare.
1200 km. Solo 1200 km.
E tu tornerai dall'estero.
Iscriviti a:
Post (Atom)